STORIE A LIETO FINE – RIVER SONG
“Guarda un po’ qua!”. È il mese di Marzo 2016, mia madre mi passa il telefono e io la vedo: è tutta occhi verdi e caccole del naso, è una tricolore e si chiama Duchessa. Neanche lontanamente mi sogno di domandarmi perché nelle foto la ragazza che ce l’ha in stallo la tenga in braccio tipo tacchino, in modo da tenerle ferme le zampe. Neanche lontanamente mi sorge il dubbio che quello sguardo tenero e coccoloso nasconda, in realtà, una creatura indemoniata che mangia a quattro ganasce e non sta zitta un secondo.
Ma io questo non lo so ancora: me ne innamoro all’istante e si decide di prenderla.
Chiamiamo, quindi, il numero che ci è stato indicato e mi risponde la ragazza della foto: Katia, volontaria dell’Associazione Difesa degli Animali di Gaeta, simpatica e molto disponibile. Katia mi fa una testa così parlandomi della bestiaccia tricolore in termini entusiasti. Io, non sapendo a cosa stia realmente andando incontro, mi faccio convincere ancora di più e non vedo l’ora di averla a casa.
Ma c’è un’altra inconsapevole vittima, in questa storia. Colei che sarà prossimamente candidata al Nobel per la pace e votata a un involontario martirio: Mindy.
Mindy è la mia gatta. È una siberiana e sta con me e mia madre da tre anni, da quando il precedente proprietario e la sua famiglia – composta da lui, moglie e due figli – decidono che non hanno più voglia di tenerela a casa dopo averla comprata e, molto gentilmente, ce la sbolognano senza più chiedere sue notizie. La scusa è classica: mio figlio è allergico, blablabla. Mindy, detta anche sua Biondezza Imperiale, è ovviamente la regina di casa: è molto pacifica e serena, si fa fare di tutto, è ubbidiente e fa un sacco di fusa. Insomma: è un’amore di bambina.
Siccome Mindy ha vissuto nella precedente famiglia assieme a un’altra gatta che poi è morta decidiamo che prenderle un’amica sia un’ottima idea. Partiamo, quindi, con questionario pre-adozione e colloquio pre-affido: tutto pare andare per il meglio, non abbiamo idea di cosa ci aspetti, nessuno sa che stiamo per metterci in casa una specie di Gremlin assatanato!
Mentre aspetto di poter ritirare il mio pacco premio da Gaeta mi tengo in contatto con Katia di A.D.A. che mi aggiorna con messaggi e foto. Decido di chiamare la bestia come il mio personaggio preferito della serie Doctor Who: River Song, una professoressa super intelligente, avventurosa, spavalda e super-determinata che vive in parte in un carcere di massima sicurezza e in parte, evadendo a suo piacimeno e andondesene a spasso nel tempo e nello spazio. Insomma, un vero peperino.
Forse stavo cominciando a intuire qualcosa.
RIVER ARRIVA (E DEMOLISCE) A CASA
Finalmente arriva il giorno della consegna di River Song, detta anche Baby Birba: è il 17 Giugno e io arrivo, emozionatissima, alla stazione di Roma Termini dove incontro Katia e la mia nuova bambina che se ne sta buona buona nel trasportino senza fare né ai né bai e lanciandomi tenere occhiate strappalacrime. Durante il viaggio è buonissima e non emette un suono (ora sono certa che fosse tutto un piano).
Arriviamo a casa e disponiamo River Song nella mia camera da letto, preferendo tenerla inizialmente lontano da Mindy per farle, poi, conoscere un po’ per volta: la prima cosa che River fa appena aperto il trasportino è lanciarsi con un mega-salto, cadere per terra e, quindi, zompare sul mio letto.
Ed ecco che inizia l’inferno: la tenera palla di pelo distrugge in pochi minuti la copia di La Stampa che le ho dato per giocare spargendo coriandoli e strisce di carta ovunque. Salta e corre dappertutto e utilizza la tecnica di privazione del sonno verso la sottoscritta, scambiando i miei piedi per una preda viva e me per un tiragraffi umano.
Dopo una decina di giorni decidiamo di far conoscere Dennis la Minaccia – cioè sempre River – a sua sorella Mindy: il risultato iniziale consiste in una serie di scene alla Kill Bill in cui River scambia sua sorella Mindy per una specie di pungiball felino da utilizzare per giocare e farsi unghie e denti.
Occupa il mio…pardon il suo letto e per dormire utilizza me come divano semovente impedendomi qualsivoglia movimento. Fa fusa in continuazione e chiacchiera senza sosta.
Eseguita la sterilizzazione River si trasforma in una sorta di Jabba de Hat in miniatura e si guadagna, così, una serie di nuovi epiteti che non mi sembra il caso di scrivere qui.
UN ANNO DOPO
È passato un anno da che abbiamo adottato dall’Associazione Difesa degli Animali di Gaeta questa sorta di piccolo Anticristo inferocito. Io, Katia e Giusi, la presidente dell’associazione, abbiamo instaurato un bel rapporto di amicizia, anche se a distanza, e io e il mio compagno ci siamo anche proposti come collaboratori col nostro progetto Caleidoscopio: ora aiutiamo le regazze con la loro atività via web e io ho virtualmente adottato anche tutti gli altri gatti e cani dell’associazione.
River è diventata lardosa e mangia a quattro palmenti: è impossibile scartocciare un qualunque cibo che è già lì che chiede. Gioca con qualsiasi cosa e mi ruba gomme, matite, chiavette USB, filtrini delle sigarette da sotto il naso come se niente fosse. È prepotente, soprattutto con sua sorella, e non è particolarmente amante del bagno (che di solito le fa Mindy).
Dopo un anno ho, finalmente capito il perché di quella particolare “presa” nella foto e River, quantomento, ha imparato a scaccolarsi da sola.
Foto e video di River
Ti è piaciuta questa storia? Hai adottato un cane o un gatto da noi e vorresti che parlassimo di loro?
Scrivici a info@adagaeta.it e potrai condividere la tua esperienza con tutti i nostri amici e amiche.
Vorresti raccontare la storia del tuo peloso e della sua adozione, ma non l’hai preso da noi?
Non c’è problema! Iscriviti al nostro gruppo FB Storie a lieto fine: potrai pubblicare video e foto dei tuoi amici a quattro zampe e dirci tutto su di loro!
Noi non vediamo l’ra di conoscervi: cosa stai aspettando?!