Orso del Trentino: alcuni chiarimenti

AGGIORNAMENTO

L’orsa KJ2 è stata abbattuta.
Fino all’ultimo abbiamo sperato di non dover pubblicare questo aggiornamento, ma, purtroppo, alla fine è accaduto quanto la Provincia di Trento aveva paventato qualche giorno fa.
In questo momento non ci sentiamo di aggiungere nulla di nuovo rispetto a quanto già detto nei giorni scorsi. Ci uniamo alle proteste di ENPA e LAV e altre associazioni e ci dissociamo dalla scelta della Provincia di Trento in merito a questa triste vicenda.

Sarete sicuramente al corrente di cosa è accaduto qualche giorno fa in provincia di Trento: il 22 Luglio un uomo, Angelo Metlicovez, mentre passeggiava lungo un sentiero è stato aggredito da un orso. Secondo quanto da lui stesso dichiarato, l’orso l’ha attaccato silenziosamente alle spalle afferrandolo per una gamba e cercando di sbranargli il viso. L’orso è stato allontanato dal cane del signor Metlicovez che l’ha spaventato abbaiando.
In seguito a quanto accaduto, la Provincia di Trento ha disposto la cattura dell’orso e una possibile captazione permanente o l’abbattimento. ENPA, OIPA, LAV e molte altre associazioni si sono immediatamente mobilitate in difesa dell’orso promuovendo una petizione affinché l’animale non venga ucciso e rinchiuso a vita, scatenando una lunghissima serie di reazioni che ricordano moltissimo il caso Daniza di qualche anno fa.
Non è nostra intenzione mettere in discussone quanto dichiarato dai testimoni o dalle istituzioni quanto, piuttosto, far luce su alcune perplessità circa l’intero svolgersi di questa vicenda.
Innanzitutto la decisione di cercare, identificare e catturare l’orso non è una decisione che è stata presa sulla scia di una reazione del momento: la procedura fa riferimento a un documento, PACOBACE (Piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-orientali) – redatto dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con la Provincia di Bolzano, le Regioni Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e il Ministero dell’Ambiente – che regola i comportamenti delle istituzioni per ciò che concerne la presenza dell’orso bruno nel nord-est Italia e le interazioni del medesimo con l’essere umano, le strutture agricole e urbane e gli animali da allevamento, pastorizia e affezione presenti.

PERCHÉ CI SONO ORSI IN TRENTINO?

Facciamo, però, un passo indietro e vediamo perché ci sono orsi in Trentino.
La presenza degli orsi in Trentino è dovuta al progetto Life Ursus, un piano elaborato dal Parco Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica e finanziato dall’Unione Europea per far fronte all’estinzione dell’animale nella zona. Nel 1999 si è provveduto alla graduale introduzione di nuovi esemplari al fine di aumentarne la popolazione (attualmente gli esemplari in Trentino sono circa una settantina tra adulti e cuccioli). Parallelamente è stato varato il PACOBACE.
Gli orsi, al momento, girano liberamente e, spesso, si avvicinano a zone abitate o a sentieri frequentati da escursionisti, di solito per procacciarsi cibo, e, di norma, non sono pericolosi per gli esseri umani. Come spiegato dalla Provincia stessa, infatti, gli orsi sono onnivori, ma si nutrono prevalentemente di piante. Di natura sono mansueti e solitari e non amano la compagnia dei propri simili né di altri animali: di conseguenza, nel caso in cui si avvisti un orso, è sufficiente fare rumore e andarsene senza correre affinché si allontani.
La Provincia stessa fornisce sul proprio sito diverse indicazioni su come comportarsi in merito e ha distribuito anche materiale informativo e prodotto un breve video esplicativo.

VIDEO DELLA PROVINCIA:

PERCHÉ STANNO DANDO LA CACCIA ALL’ORSO KJ2

I redattori del PACOBACE hanno elaborato delle misure di sicurezza nel caso in cui la convivenza tra orso ed esseri umani diventi problematica: si tratta di situazioni diverse che vanno da orsi malati o feriti, fino all’avvicinarsi dell’animale a zone abitate o a comportamenti aggressivi nei confronti dell’uomo. Gli interventi risolutivi sono di vario genere: monitoraggio, rimozione di rifiuti organici, azioni di dissuasione per far allontanare l’animale da una certa area fino alla cattura o all’abbattimento (pag. 32 del documento).
Questi interventi vengono stabiliti in base al cosiddetto “grado di pericolosità” dell’orso, definito da una tabella (pag. 31) che si basa sui comportamenti dello stesso, ad esempio alzarsi per annusare l’aria, presentarsi o stazionare frequentemente in una stessa zona, simulare un attacco per difendere cuccioli o cibo, fino al grado più alto: “orso attacca senza essere provocato”.

ALCUNE PERPLESSITÀ

È abbastanza chiaro che sia necessario elaborare delle strategie affinché l’essere umano non subisca danni materiali o fisici da animali selvatici: sarebbe utopistico e poco pratico, pensare all’animale come a un essere che vive nel proprio ambiente in totale autonomia e isolamento come prospettava un certo ambientalismo di qualche decennio fa. L’essere umano, infatti, si è ormai insediato stabilmente in molte aree e, quindi, è certamente più utile e realistico, prospettare una convivenza che sia proficua e non dannosa per tutte le specie che vi vivono.
Detto ciò sorgono spontanei alcuni dubbi circa la gestione della convivenza essere umano-orso nell’area trentina.
Il primo aspetto è relativo proprio alla definizione di “pericolosità” dell’orso, pericolosità determinata solo da un suo comportamento, non dalle cause scatenanti del medesimo: un orso può essere aggressivo, ma come considerare il caso se questi attacca perché disturbato, magari in presenza di cuccioli, come avvenne con l’orsa Daniza? La Provincia ha provveduto a informare i cittadini circa il comportamento da mantenere nei confronti degli orsi, quindi, perché addurre una colpa a un animale che si comporta coerentemente con le proprie caratteristiche naturali, caratteristiche di cui i cittadini sono stati ampiamente allertati?
Di conseguenza pensiamo sia importante effettuare delle precise verifiche circa le dinamiche di incontro persona-orso quando questo si verifica: chi viene attaccato spesso mette in atto comportamenti scorretti, anche senza rendersene conto appieno.
Infine, senza mettere in dubbio la bontà del piano e le modalità con cui è stato gestito, come persone che tutelano gli animali non possiamo non considerare che la presenza degli orsi in Trentino è dovuta a un nostro intervento. A nostro avviso, quindi, è assurdo che l’abbattimento o la captazione permanente di uno degli animali siano le uniche soluzioni nel momento in cui il piano stesso non si sviluppa nei modi sperati.
Ciò ci ricorda molto il caso dello sterminio delle nutrie nell’alessandrino, nutrie che noi stessi avevamo introdotto dalla fine degli anni ’20 per la produzione di pellicce, progetto mai andato in porto e completamente sfuggito di mano: anche in questo caso, nonostante si prospettino molteplici soluzioni alternative, si è dato il via libera alla loro eliminazione definitiva.
Idem per i lupi, per cui si è previsto un abbattimento selettivo perché dannosi per l’economia agricola e gli allevamenti.

SALVIAMO L’ORSO

In Trentino c’è stato negli ultimi anni, nel 2016 in particolare, un notevole incremento del turismo: la presenza di fauna selvatica è di sicuro interesse. Sicuramente la presenza di orsi giudicati aggressivi non facilita l’arrivo di villeggianti nella zona, ma questo non giustifica il fatto che vengano attuate misure eccessive a fronte di dinamiche non chiare attuando un comportamento prepotente che è ben lontano da quell’idea di “convivenza” cui PACOBACE e progetti analoghi fanno riferimento.
Noi e altre associazioni auspichiamo, piuttosto, una gestione più oculata nei progetti di introduzione o re-introduzione di specie animali in aree naturali e una maggiore attenzione ai progetti informativi ed educativi rivolti ai cittadini siano essi turisti o autoctoni.
Ci auguriamo, soprattutto, che ora e in futuro qualsiasi intervento umano nei confronti di animali selvatici sia guidato da intenti di tutela di tutte le specie viventi e non da altre ragioni che con l’ambiente e la fauna hanno ben poco a che fare.

Nel caso vogliate firmare la petizione per salvare Kj2 la trovate qui:
https://www.change.org/p/al-presidente-della-provincia-autonoma-di-trento-ugo-rossi-nessuno-tocchi-l-orso?recruiter=77689099&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

 

ATTENZIONE!

Questo articolo è stato redatto con lo scopo di fornire brevi consigli generici di natura informativa a chi possiede o vuole adottare un animale e di condividere esperienze e opinioni. Ricordiamo, quindi, che per il benessere e la salute dei vostri animali, suggerimenti di questo tipo non sostituiscono la consulenza e la visita di un veterinario che rimane sempre figura di riferimento in caso di dubbi o problemi.
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